Dopo aver pranzato a scuola, i ragazzi lo riporteranno a casa dove sarà lavato e ripulito
Addio a piatti e posate nelle mense scolastiche. Da lunedì 10 marzo, al mattino, in cartella i bambini metteranno anche il lunch box:
un contenitore in materiale infrangibile con dentro piatti e posate
riutilizzabili. Così, dopo aver pranzato a scuola, i ragazzi lo
riporteranno a casa, dove sarà lavato e ripulito. E il giorno dopo,
tornerà in cartella. Succede a Vicenza, dove dieci scuole primarie
(circa un quarto del totale delle classi della città) hanno aderito al
progetto «Zero rifiuti in mensa», promosso dal Comune per abbattere la
produzione di rifiuti. I lunch box, subito ribattezzati gamelle (come i contenitori un tempo usati per il rancio dei soldati) sono già stati consegnati ai 900 alunni.
Debutto
Il
10 marzo, invece, è previsto il debutto di questa iniziativa, che
permetterà una considerevole riduzione dei rifiuti in plastica. Oggi
nelle mense scolastiche di Vicenza si producono annualmente 14
tonnellate di rifiuti in plastica: circa 35 grammi a persona. Con
l’introduzione del lunch box,
contando la fase di rodaggio e il fatto che mancano solo tre mesi alla
fine della scuola, il Comune stima di risparmiarne almeno una
tonnellata. La speranza è di arrivare a estendere l’uso delle gamelle a tutte le mense scolastiche, e non solo.
«A casa le famiglie praticano la raccolta differenziata, in mensa invece non succede e questo non ha senso»
Zero rifiuti in mensa
Piazza
della Signoria è il luogo simbolo di Vicenza. Immaginatela ricoperta di
rifiuti: a tanto ammonta la produzione annuale di spazzatura in
plastica non riciclabile solo per quanto riguarda le mense. Un’immagine
che il Comune ha usato per sensibilizzare le famiglie su questo tema. «I
lunch box sono
già utilizzati abitualmente nelle scuole in altri Paesi europei»,
spiega l’assessore alla Formazione Umberto Nicolai. «A casa le famiglie
praticano la raccolta differenziata e in mensa, invece, non succedeva e
questo non aveva senso. Per questo abbiamo lanciato l’idea e dieci
scuole l’hanno raccolta». I lunch box sono
stati distribuiti gratuitamente, con le istruzioni per la pulizia, che è
molto semplice, sia che venga effettuata a mano o in lavastoviglie.
«È un grande progetto di sostenibilità ambientale e rientra a pieno titolo nella programmazione scolastica»
Perplessità iniziali
All’inizio
non sono mancate le perplessità. «Genitori e insegnanti temevano che
non ci fosse un controllo sulla pulizia effettiva, ma questo viene fatto
nel momento in cui le pietanze vengono scodellate nei piatti. Il
personale se dovesse notare qualcosa di strano interverrebbe subito». Il
lunch box
non contiene il bicchiere che, al momento, resterà usa e getta, in
attesa di una nuova soluzione. «È un grande progetto di sostenibilità
ambientale e rientra a pieno titolo nella programmazione scolastica»,
conclude l’assessore. Permetterà ai docenti di mettere in atto
comportamenti responsabili, come previsto dalle indicazioni
ministeriali, facendo ulteriormente comprendere ai bambini il valore
della conservazione delle risorse naturali attraverso il riuso degli
oggetti e la riduzione dei rifiuti».
Mense «ecologiche»
Ridurre la produzione dei rifiuti nelle mense è complicato, ma i tentativi in Italia vanno diffondendosi. Recentemente, l’Università Cattolica ha introdotto nelle mense delle sedi di Milano, Piacenza e Roma un bicchiere riutilizzabile e lavabile realizzato in San (copolimero acrilonitrile-stirene) al posto dei bicchieri monouso e, per facilitarne l’utilizzo, ha aumentato il numero dei distributori in sala. «Il passaggio dal bicchiere monouso in plastica a quello pluriuso in policarbonato produrrà un risparmio di 4.400 chili di plastica all’anno e una conseguente riduzione annuale di CO2 emessa pari a 6.600 kg», spiegano dall’ateneo. Già, ma c’è un modo per ridurre anche l’utilizzo di energia e detersivi nelle operazioni di pulizia delle stoviglie? A questo problema ha pensato uno studio di design svedese, che ha inventato le stoviglie autopulenti in nanocellulosa; un prototipo di stoviglie che non necessitano di essere lavate, dopo essere state usate.fonte: www.corriere.it