La rivoluzione delle auto elettriche sconvolgerà i mercati dei metalli



Secondo Bloomberg Technology, la rivoluzione dei veicoli elettrici è destinata a sconvolgere l’industria, dall’energia alle infrastrutture, e sta già creando vincitori e perdenti nei più grandi mercati dei metalli del mondo.
La cosa strana è che alcuni giganti minerari, come Glencore Plc, che hanno un portafoglio di investimenti diversificato, anche se sostengono che i combustibili fossili svolgono ancora un ruolo energetico essenziale, alla fine avranno grandi vantaggi da un passaggio alle auto elettriche, dato che richiedono più cobalto, litio, rame, alluminio e nichel.
Mentre Norvegia, Gran Bretagna, Francia e Olanda annunciano che nei prossimi anni metteranno al bando le auto a benzina e diesel e Volvo dice che si prepara a fare concorrenza a Tesla,  Bloomberg New Energy Finance è sicura che le auto elettriche entro 20 anni costeranno quanto i loro equivalenti petroliferi.
Intanto l’aumento delle auto elettriche sta già avendo un forte impatto sul mercato dei metalli, a cominciare dal cobalto e dal litio, la cui estrazione è aumentata negli ultimi due anni. Ma le auto elettriche contengono circa tre volte più rame di un veicolo normale e litio, cobalto, grafite e manganese vengono utilizzati nelle batterie e vedranno una crescente richiesta.
Gli investitoi minerari a lungo termine hanno già sentito odore di soldi e si sono buttati nell’affare a capofitto. I mercati hanno subito rispsto e il prezzo del cobalto quest’anno è salito del 70% al  London Metal Exchange, dopo una crescita del 37% nel 2016. Balzi in avanti che non sono estranei all’acuirsi dei conflitti armati per le risorse in posti come la Repubblica democratica del Congo.  Negli ultimi anni i prezzi del litio sono continuati a crescere e nel 2017 è cresciuto del 14% anche il prezzo del rame.
Invece i produttori di piombo potrebbero essere costretti ad adattarsi alla nuova era che prevede un sempre minor utilizzo di questo metallo nelle batterie. Anche se non sembrerebbe, visto che il prezzo del piombo quest’anno è aumentato del 17%.
Anche l’acciaio rischia perché per le auto elettriche sono richiesti metalli leggeri come l’alluminio per permettere alle auto di viaggiare di più con meno energia. Non a caso la richiesta di alluminio è cresciuta in media del 2,7%  all’anno dal 2013 al 2016, con un trend globale che sembra destinato ad accelerare.
Quest’anno la richiesta di alluminio è cresciuta del 14% , grazie soprattutto all’aumento della domanda da parte dell’industria automobilistica cinese.
I produttori di acciaio cercano di reagire: AK Steel Holding collabora  con General Motors per cercare di utilizzare la nanotecnologia per realizzare carrozzerie leggere per le auto, mentre ArcelorMittal e Tata Steel Europe stanno sviluppano leghe leggere e forti per sfidare la concorrenza dell’alluminio.
Anche il preziosissimo platino potrebbe essere vittima della fine del petrolio. Quasi la metà del platino venduto nel 2w016 è finito nell’industria automobilistica per produrre convertitori catalitici per ridurre l’inquinamento da diesel e se le auto  diesel verranno messe al bando anche il platino sarà meno richiesto»
Bernard Dahdah, un analista che si occupa di materie prime per la Natixis SA di Londra spiega: «Non è che le materie prime, complessivamente, diventeranno meno rilevanti, ma nei prossimi 15 anni vedremo una riorganizzazione in termini di ciò che è importante».
Il principale perdente dell’inizio della rivoluzione elettrica sembra essere il diesel e i prossimi perdenti potrebbero essere le industrie di estrazione e trasformazione dei minerali che non riusciranno a capire i mutamenti del mercato, che rischiano di essere più veloci di quanto oggi si possa pensare».

fonte: www.greenreport.it