Prima tappa di un approfondimento di Eco dalle Città sulla tariffazione
puntuale dei rifiuti. Iniziamo ripercorrendo i sistemi di misurazione,
il calcolo della tariffa, i controlli e un focus sui grandi complessi
residenziali. Risponde Attilio Tornavacca, direttore generale ed
amministratore delegato Esper (Ente di Studio Per la Pianificazione
Ecosostenibile dei Rifiuti)
Quali sono i sistemi che permettono la misurazione e la conseguente tariffazione puntuale dei rifiuti prodotti?
Gli
strumenti attraverso cui viene applicata la tariffazione puntuale in
Europa, negli Usa e in Australia sono diversi ed hanno subito
nell’ultimo quinquennio una rapida evoluzione soprattutto grazie allo
sviluppo delle tecnologie legate alla tracciabilità in genere che hanno
fatto abbassare i costi rendendo possibile l’applicazione dei singoli
Tag perfino sui sacchi a perdere. I sistemi di tariffazione puntuale
vengono distinti in due metodi di applicazione: il primo si basa sull’identificazione dell’utenza, il secondo si basa invece sull’identificazione dei contenitori associati ad una singola utenza
oppure, in subordine, condivisi da un gruppo di utenti. Tra i primi
annoveriamo i sistemi cosiddetti a calotta volumetrica ad apporto
volontario ed i sistemi di conferimento presso centri di raccolta
presidiati oppure isole ecologiche fissi o mobili nei quali le utenze
vengono identificate tramite tessere con transponder, badge magnetici o
tessera sanitaria, etc. I modelli maggiormente diffusi sono invece
quelli che rientrano nel secondo metodo e cioè quelli che identificano
l’utenza attraverso la lettura di un Tag affisso sul contenitore o sul
sacco. Questo metodo è particolarmente adatto ai sistemi porta a porta e
va ulteriormente a rafforzare l’elemento della responsabilizzazione
dell’utenza con l’associazione diretta tra singolo conferimento e utenza
di provenienza del rifiuto.
La tipologia di rifiuto urbano che viene solitamente sottoposta a misurazione e tariffazione puntuale è la frazione indifferenziata
ma all’estero viene spesso sottoposta a misurazione e tariffazione
anche la frazione organica (umido e verde). In Belgio, per esempio, è
stata introdotta una tariffazione differenziale (denominate infatti
tariffe DIFTAR, geDIFferentieerd TARief) attraverso una modulazione dei
costi anche per l’organico e per la frazione imballaggi (chiaramente
notevolmente inferiori rispetto il costo applicato al rifiuto residuo)
proprio per distribuire il disincentivo economico prevalentemente sul
rifiuto residuo ma anche in parte minoritaria sulle altre frazioni
recuperabili e riciclabili. Questa modulazione della tariffazione
puntuale differenziale risulta molto interessante perché bisogna sempre
rammentare che l’obiettivo perseguito a livello europeo non è solo un
elevato livello di riciclaggio ma innanzitutto la prevenzione quale
obiettivo prioritario. Tendere, ad esempio, a disincentivare la
produzione di rifiuti organici significa favorire un minore spreco di
prodotti alimentari così come un disincentivo verso la produzione di
rifiuti da imballaggi significa minor spreco di risorse che sono serviti
alla loro produzione, alla loro commercializzazione e poi al loro
successivo riciclo. Vari studi mettono infatti in evidenza che la
tariffazione puntuale determina un incentivo economico che ha effetti
diretti anche nella determinazione dei flussi di rifiuti prodotti ed a
sua volta influenza sia il modo con cui le amministrazioni locali si
approcciano alla gestione dei rifiuti (ad esempio promuovendo e
finanziando i centri del riuso, il compostaggio domestico, ecc.) sia
l’industria che è incentivata alla progettazione di packaging (design)
meno voluminoso o allo sviluppo di scelte di marketing orientate alla
minore produzione di imballaggi a perdere.
Nel
caso di grandi complessi residenziali, la misurazione avviene per
singolo appartamento oppure ci sono realtà dove il calcolo dei rifiuti
indifferenziati avviene per condominio?
Le tecnologie più recenti
consentono di applicare il principio “chi inquina paga” non solo
all’intero condominio con contenitori condivisi tra più utenze ma anche
al singolo appartamento utilizzando per il conferimento sia sacchi che
mastelli dotati di specifici transponder. ESPER ha infatti operato per
introdurre anche in Italia sistema che consentissero di evitare di dover
gestire contenitori condivisi da più utenze poiché tale sistema limita
notevolmente il principio “chi inquina paga” in quanto non si garantisce
più che ciascuna utenza paghi in base a quanto effettivamente prodotto.
Nel
2012 nel Comune di Trento, ad esempio, per l’applicazione della
tariffazione puntuale nelle utenze condominiali con un numero di
famiglie superiore a 5 è stata lasciata libera scelta all’assemblea
condominiale di mantenere il conferimento alla singola famiglia o
ripartirne la suddivisione, nei modi previsti dal regolamento comunale
Tari, tra tutti i condòmini. Nel caso di assegnazione di contenitori
condominiali tra tutte le famiglie la parte variabile sarà suddivisa
tenendo conto degli stessi parametri che vengono utilizzati per la
determinazione del calcolo della tariffa variabile per le singole utenze
(numero di svuotamenti, volumetria, peso, etc.). Nel 2015 nel Comune di
Olbia non è stata invece nemmeno prevista l’opzione della possibile
scelta del bidone condominiale ed i risultati ottenuti (oltre il 70 % di
RD fin dai primi mesi) hanno confermato la validità e l’apprezzamento
degli utenti per tale scelta operativa.
Il calcolo della
tariffa come viene effettuato? Oltre a una quota fissa, questa viene
calcolata in base al numero di svuotamenti?
Generalmente si
distingue tra una parte fissa e variabile. La prima serve a coprire quei
costi che tendenzialmente non sono interessati dalle variazioni nelle
produzioni di rifiuti: si tratta dei costi dei servizi svolti per la
collettività in generale quali i servizi di spazzamento, pulizia degli
spazi pubblici, gli ammortamenti, gli investimenti, i costi di gestione,
etc. Generalmente è calcolata sulla superfice dell’immobile ponderata
per il numero di componenti come ad esempio avviene a Parma e Trento.
Può però anche essere calcolata in funzione del volume del contenitore
prescelto come ad esempio avviene nel Consorzio Contarina per il
contenitore del rifiuto vegetale che può essere richiesto per il ritiro
domiciliare su domanda secondo differenti volumetrie disponibili.
In
questo caso la tariffa è considerata come una tariffa-abbonamento sulla
base di un servizio effettivamente reso indipendente dal numero dei
componenti e della superfice dell’immobile. La parte fissa sarà
calcolata come detto in base alla volumetria richiesta mentre la parte
variabile viene calcolata distinguendo tra costi correlati ad un numero
di sacchetti o svuotamenti minimi attribuiti ad ogni utenza in relazione
al numero di componenti e costi correlati al numero di eventuali
ulteriori sacchetti utilizzati o svuotamenti aggiuntivi rispetto a
quelli minimi preassegnati. A Parma e Trento è calcolata conteggiando
tutti gli svuotamenti eccedenti un numero minimo di svuotamenti già
assegnati. Ad esempio, il numero minimo di svuotamenti previsti per una
famiglia di Parma con due componenti per contenitori da 40 litri il
numero minimo è di 18 svuotamenti mentre per contenitori da 120 litri il
numero minimo di svuotamenti è di 6.
I controlli e le sanzioni sono fondamentali per la riuscita del sistema?
I
controlli sono fondamentali per ogni sistema basato sull’introduzione
di nuove regole di conferimento ma per l’ottimale successo della
tariffazione puntuale le attività di controllo assumono un ulteriore
valenza ed un duplice metodo di applicazione: permangono i controlli sul
campo effettuati eventualmente anche dai cosiddetti ecovolontari in
ausilio alle forze locali di polizia ma si rafforzano notevolmente le
segnalazioni di quelle utenze che conferiscono in maniera non ordinaria e
che, grazie alla più semplice identificazione delle utenze che non
conferiscono i propri rifiuti in modo regolare, possono essere
indirizzati i controlli in modo più efficace e mirato.
Va infine
evidenziato che sia in Italia che all’estero le esperienze di
tariffazione puntuale che si basano unicamente sull’uso di calotte ad
accesso controllato del residuo consentendo libero accesso ai
contenitori stradale delle varie frazioni riciclabili, determinano
spesso un drastico peggioramento della qualità delle frazioni
merceologiche delle frazioni riciclabili a causa della evidente
difficoltà di controllo della qualità delle frazioni differenziate
conferite nei contenitori di prossimità o stradali ad uso collettivo.
fonte: www.ecodallecitta.it